***I Bardi e i Filid: il potere della
parola***
Le notizie che riguardano i Bardi celtici del continente sono scarse e spesso
miste alla fantasia popolare del medioevo o dei secoli molto vicino al nostro. E
come al solito l'Irlanda la sola a poterci offrire un valido contributo per la
nostra ricerca, e dobbiamo quindi fare riferimento alle sue tradizioni
restituiteci attraverso i manoscritti medievali, per penetrare quelle che erano
le figure dei Filid, incarnazione della specializzazione druidica che
designavano coloro in grado di usare il potere della parola nelle sue
varie forme. E bene ricordare che, per quanto riguarda l'Europa celtica
continentale, come si è già visto nei capitoli precedenti, i Bardi gallici
equivalevano ai Filid irlandesi e pertanto tutto ciò che si dirà a proposito di
questi ultimi vale come riferimento per i primi.
I Filid si dividevano in:
Sencha = storici, genealogisti, panegiristi, professori, architetti.
Brithem = giudici, giuristi, legislatori, arbitri, ambasciatori
Scelaige = narratori
Cainte = satireggiatori
Liaig = medici e chirurghi (medicina magica, vegetale e cruenta)
Dorsaide = portinai
Cruitire = arpisti
Deogbaire = coppieri
File = poeti in generale
Faith = indovini (usano varie tecniche di predizione e profezia)
Per offrire qualche notizia più precisa sulla specializzazione dei Filid
dovremmo dire che essi non erano solo al servizio di un nobile come si potrebbe
comunemente pensare (erano infatti ben retribuiti per la loro opera!), ma erano
soprattutto al servizio del popolo. Basti pensare che nessuno si poteva sposare
o rivendicare la parte migliore di una cena senza che venissero enunciati
i suoi antenati e le imprese di questi e che in una cultura in cui tutto il
sapere era conservato e tramandato oralmente, le figure dei poeti risultavano
indispensabili: erano la memoria storica del popolo, gli insegnanti, i custodi
della tradizione e delle leggi, i potenti maghi in grado di comandare agli
elementi, i conoscitori della medicina e dei segreti dell'arte, gli ambasciatori
di uomini e dei, gli iniziatori delle esperienze spirituali interiori di
guerrieri e futuri Druidi. Fino al V secolo d.C., ma di certo anche oltre, essi
rimasero in Irlanda gli indiscussi possessori della conoscenza e di conseguenza
i reali detentori del potere, sia spirituale che culturale e sociale.
Il potere della parola, in una delle sue manifestazioni, si esprimeva perciò
nella narrazione poetica a partire da poche parole o righe canoniche di racconti
e leggende, come nella capacità di decantare imprese eroiche improvvisandone i
versi.
La celebrazione delle imprese di un guerriero ne accresceva onore e fama e la
ricchezza materiale ricompensava la ricchezza spirituale che i Filid sapevano
dispensare grazie alla loro arte. Tramite la lode erano in grado di
innalzare un guerriero al ruolo di capo o re, come con una satira potevano
sconfessarlo di fronte al popolo e fame decadere il prestigio acquisito.
Ricordiamo che la legittimazione di un sovrano avveniva da parte dei Druidi e se
non veniva riconosciuto da loro, il popolo non era tenuto a ubbidirgli.
Presso i Celti irlandesi le parole usate per indicare l'azione di pronunciare
una satira erano, oltre al termine tecnico glam dicinn (<<maledizione
suprema»), anche aerad e rindad, che hanno come significato di
base «colpire» e «tagliare», indicando il potere distruttivo di tale tipo di
pratica.
Il potere della parola si manifestava anche per mezzo del Bérla na Filed
(il «Gergo dei poeti»), un linguaggio segreto, forse conosciuto anche dai
guerrieri ritenuti «eroi», composto da perifrasi, enigmi e metafore legate a
tradizioni e ricche di allusioni a miti e rituali che lasciavano la libertà a
chi ne conosceva il significato di esprimersi anche in presenza di estranei.
Un altro aspetto del potere della parola era quello che scaturiva dalla
composizione e dalla pronuncia di incantesimi e profezie, orali e scritte
(utilizzando i caratteri segreti dell'Ogham).
I canti dei Filid erano in grado di ammansire le belve feroci, placare gli animi
dei guerrieri schierati in battaglia, commuovere gli dèi del cielo fino a
costringerli a versare lacrime di pioggia, assicurare buoni raccolti e bestiame
fertile, donare serenità nelle assemblee, far innamorare i giovani; ma potevano
anche scagliare maledizioni che rendevano sterili acque, terre, animali e
boschi, far sprofondare la terra sotto i piedi, provocare tempeste di acqua e di
fuoco, far comparire la nebbia in giornate di sole.
Un racconto celtico narra di un gruppo di Druidi ai quali era stato fatto un
torto. Essi si riunirono in cima a una collina, forse un tumulo o un «luogo di
potere», e da lì, mettendo un braccio dietro la schiena, chiudendo l'occhio
destro e tenendo una gamba sollevata per saltellare nella direzione opposta a
quella del sole, scagliarono un maleficio sulla terra rendendola sterile.
A parte questi terribili poteri che in ogni caso pare venissero usati poco di
frequente, la capacità dei Filid di usare la voce era tenuta in grande
considerazione. Nella sede del re supremo, sulla collina di Tara in Irlanda,
essi avevano il loro posto di fronte al re e alla regina e tale onore si
protrasse anche dopo l'introduzione del Cristianesimo.
La preparazione per divenire un File degno di onore seguiva un lungo ciclo di
studi suddiviso in sette tappe, di cui le ultime quattro erano le più
importanti. Le Brehon Laws stabilivano infatti che solo un
narratore che avesse realizzato il ciclo di studi previsto potesse declamare in
pubblico storie e racconti.
Le categorie bardiche irlandesi erano molto precise a proposito del grado di
conoscenza che doveva essere acquisito prima di accedere a quella superiore.
Il grado più basso nella preparazione dei Filid era occupato dall' 0blaire, il
cui termine deriva da uball (oball) «mela» ma ha anche qualche
connessione con la parola «giocoliere» e pertanto l' oblaire corrispondeva a una
sorta di «buffone di corte» a cui era richiesto di conoscere solo sette racconti
della tradizione. L' oblaire è inoltre il terzo grado dei doerbaird
i «bardi non liberi» che si differenziavano ai soerbaird «bardi liberi» o
«bardi nobili».
Seguiva il grado di taman la cui tradizione si può rendere con «tronco d'
albero» o anche «bastone» che corrispondeva al poeta principiante, colui che
possiede una limitata conoscenza. Infatti la parola tamun veniva usata
anche come sinonimo di «testa dura», «corpo senza testa», «stupido» o ancora
«blocco di legno» alludendo appunto all'insignificante valore del poeta
all'inizio del suo percorso e alla «durezza» di comprensione...
Si giungeva quindi al grado di drisiuc «assistente», «servitore» o anche
«spinoso, ostico» che non veniva neppure considerato un grado poetico perché non
si poteva dire che l'individuo conoscesse il significato delle venti storie che
era tenuto a sapere...
Dopo due anni di frequenza di una scuola bardica si accedeva a quello che si
potrebbe designare come il reale primo grado della preparazione di un Filid la
posizione di fochluc, dal termine irlandese fochlacan, «ramoscello
di vischio» (ma anche «rampollo, apprendista» oppure, e con più precisione
«crescione d' acqua») che rende bene l'idea della fragilità della sua
preparazione. Infatti la tradizione irlandese riporta che la sua arte è
inconsistente come la sua giovinezza». Un poeta al grado di fochluc aveva al suo
seguito due persone.
Il grado successivo era quello di mac fuirmid, traduzione di «figlio del
tirocinio» o «figlio dello sforzo», ma viene anche derivato dal termine
fuirmithir «accingersi» nel senso di «colui che inizia ad apprendere
un'arte>>. E' lo stadio dell studente che veniva istruito nell'arte poetica fin
dall'infanzia e nel suo primo significato rende con chiarezza il senso del
lavoro di studio impegnativo e delle difficoltà incontrate nel suo percorso di
formazione.
Veniva quindi il livello di dòs «arbusto» che aveva un seguito di quattro
persone che venivano paragonate a quattro foglie su un ramoscello. Per le sue
prestazioni il poeta a questo grado riceveva una mucca da latte.
Ulteriore passo verso il completamento dègli studi druidici irlandesi era il
raggiungimento dopo cinque anni di studio, del primo grado elevato del Filid,
conosciuto con il nome di cana che sembra derivare dal verbo «cantare,
incantare» e di cui purtroppo la tradizione non offre altre notizie.
Si giunge così al livello di cli «pilastro», «sostegno della casa» o
anche «campione>>. Equivaleva al terzo grado elevato della funzione poetica e di
lui si diceva che fosse un «pilastro nella casa di poesia» in grado di
proteggere ed essere protetto, la cui arte era solida e il cui giudizio era
giusto. In effetti a questo livello si apprendevano le Leggi del Bardismo che
consentivano di prendere giuste decisioni e veniva consolidata la conoscenza
dell'Ogham, il vero Bérla na Filed «Linguaggio Segreto dei Poeti».
Fra i sette e i nove anni di studio si conseguiva il grado di anruth
<nobile fiume» o «flutto, corrente brillante» da cui si diceva provenisse il
fluire della lode e a cui scorreva la ricchezza. Il suo seguito era composto da
dodici persone e sembra che godesse della dignità di un sovrano e per questo ne
era un consigliere. Tale posizione era possibile perché l'anruth
possedeva doti intellettuali notevoli, una brillantezza dell'insegnamento, una
magnifica eloquenza e una vasta scienza.
Seguiva, anche se in realtà precedeva tutti i gradi che abbiamo visto, il
livello di Ollamh, raggiunto fra i dieci e i dodici anni di studio,
equivalente al moderno professore universitario. Il termine Ollamh sembra
che derivi dalla frase «grande è la sua grotta» che rende il senso della vastità
della conoscenza contenuta nel suo essere. Era il capo-poeta, in grado di
rispondere a tutte le domande, risolvere tutte le situazioni, conoscere ogni
cosa e per questo aveva il diritto di stare accanto al re e fungere da
consigliere. Il suo seguito era formato da ventiquattro persone e godeva di un
prezzo dell'onore pari a quello di un re di tuàth.
Le scuole druidiche in Irlanda continuarono a funzionare anche dopo la
cristianizzazione e la preparazione bardica, con il suo ciclo di studi di 12
anni, continuò a formare la classe intellettuale celtica per diversi secoli,
venendo quindi lentamente assorbita dalle scuole monastiche di Glendalough e di
Clonmacnois, vere e proprie università a cui accorrevano studenti da tutta
Europa.
Quindi il poeta
che aveva raggiunto il più alto grado della gerarchia aveva un repertorio di 350
storie. Le saghe e i racconti appassionavano le assemblee durante le feste (v.
Imbolc, Beltane, Lughnasad, Samhain) e i banchetti e costituivano la base
per organizzare la società in ogni suo aspetto, per conoscere il comportamento
da tenere e le regole da seguire nelle vane situazioni per compiere (solo per
alcuni) il lavoro interiore di sviluppo spirituale e di contatto con i mondi
delle divinità.
Gli antichi narratori irlandesi suddividevano i racconti in prim-scéil
(storie principali) e fo-scèil (storie secondarie). Le prime erano
ulteriormente suddivise in racconti di battaglie, viaggi, tragedie, avventure,
furti di bestiame, spedizioni militari, storie di corte, fughe d'amore,
occultamenti, distruzioni, assedi, feste, stragi. I racconti detti fo-scéil
erano suddivisi in caccie (inseguimenti), visioni, esili o bandi, improvvise
formazioni dei laghi d'Irlanda. Vi erano poi narrazioni di satire cruente, di
nascite meravigliose, di visioni, di viaggi nell'Altromondo, dei tempi remoti,
delle varie invasioni d'Irlanda. Se consideriamo l'imponente opera di
memorizzazione che svolgeva un File all'ultimo grado di preparazione, quello di
Ollamh, c e da rimanere notevolmente impressionati.
Riportiamo infine una poesia che proviene dall'Immacallam Da Tuaraid
(Dialogo dei Due Saggi), attribuita al File Nede:
lo sono il Figlio della Poesia,
Poesia, figlia della Riflessione,
Riflessione, figlia della Meditazione,
Meditazione, figlia della Tradizione,
Tradizione, figlia della Ricerca,
Ricerca, figlia della Grande Conoscenza,
Grande Conoscenza, figlia dell'Intelligenza,
Intelligenza, figlia della Comprensione,
Comprensione, figlia della Saggezza,
Saggezza,
figlia dei Tre Dèi di Dana.