***Abbigliamento come distinzione sociale***

In ogni società tribale vi erano e vi sono dei segni particolari che permettono di identificare immediatamente l'appartenenza a una determinata classe sociale o a uno stato.
Presso i Celti i famosi torques, d'oro o di bronzo, portati al collo erano probabilmente uno di tali segni distintivi e in Irlanda e Scozia si sa che anche la lunghezza del mantello, la foggia degli abiti e il loro colore più o meno vivace segnalavano il grado occupato nella società.
Il bianco (somma di tutti i colori) era il colore destinato alla classe druidica, mentre il rosso era quello tipico dei guerrieri (il colore del sangue e del fuoco); il blu, il giallo, il verde e il grigio (i colori della vegetazione) alle altre classi. I sovrani potevano indossare sette colori diversi (porpora, blu, nero, verde, giallo, bruno e grigio), mentre mano a mano che si scendeva di classe sociale i colori utilizzabili divenivano sempre meno, fino al grigio dei servi e al nero degli schiavi.

Ma vediamo in dettaglio l'abbigliamento celtico.
Spesso gli autori antichi hanno scritto che i Celti indossavano le bracae, una sorta di pantaloni adatti a cavalcare che ritroviamo anche presso le popolazioni nomadi dell' est come gli Sciiti e i Persiani. Per l'Irlanda, invece, ci è stato tramandato che le vesti, sia degli uomini che delle donne, erano così composte: una camicia di lino (léine) portata direttamente sulla pelle, una tunica corta (inar) e sopra entrambe un mantello quadrato di lana (brat), chiuso da una spilla (delg) che a volte era un ornamento prezioso indicante lo stato sociale della persona.
I vestiti, composti perlopiù con stoffe di colori vivaci a strisce e a scacchi che terminavano spesso con frange e a volte intrecciati di fili d'oro od ornati con fiori, erano quindi adattati al corpo per mezzo di queste spille, trovate in gran quantità durante le campagne archeologiche soprattutto nelle tombe di giovani donne. Esse indossavano collane in perle di vetro colorato e anche bracciali dello stesso materiale, anelli d'oro e di sapropelite (chiamata erroneamente lignite), anelli per polsi e caviglie in bronzo.
I Celti raccoglievano le vesti alla vita con una cintura di cui si sono trovati splendidi esemplari decorati con ornamenti d'oro o di bronzo e con dischi sovra applicati ed essa sembra essere stata un elemento essenziale nell'abbigliamento dell'uomo e della donna liberi. La gente comune portava semplici cinture di stoffa o di cuoio, mentre i ceti più elevati ne .indossavano di splendide a catena in bronzo con decorazioni in smalto colorato, in genere bianco o rosso. Le cinture maschili servivano più che altro ad appendervi la spada ed erano pertanto più semplici anche se ugualmente composte di anelli di metallo intrecciati.
I Celti erano abili fabbricatori di calzature e commerciavano i loro prodotti fino a Roma. Erano molto apprezzati i loro sandaletti di legno, le scarpe di lino con la suola di cuoio e gli stivaletti interamente in cuoio.
Polibio scrive che i Boi e gli Insubri d'Italia indossavano bracae e mantelli e Strabone afferma che i Celti portavano bracae strette e aderenti, mentre per la Gallia se ne conoscono di più larghe. Per quanto riguarda l'Irlanda, come abbiamo visto non si hanno invece indicazioni sull' esistenza di tali indumenti, se non si vuole accostare alla parola Bolg il significato, uno del molti, di pantaloni, e che quindi i mitici invasori Fir-Bolg (letteralmente uomini dei pantaloni o sacchi di pelle), forse popolazioni Belgae che si insediarono anche in Britannia, siano stati i primi a introdurre nelle Isole Britanniche tale tipo di vestiario.
Per quanto riguarda i famosi tartan scozzesi vi è un interessante discorso da fare. Alcuni studiosi ritengono che tali tipi di stoffe siano state introdotte nei scozzesi solo nel XVII-XVIII secolo per creare una distinzione con l poco tollerati domina tori inglesi. Tuttavia in alcune tombe risalenti all'epoca celtica sono venute alla luce stoffe che, per la loro particolare fattura, potrebbero far pensare all' esistenza del tartan già nei tempi antichi. Ricordiamo che il tartan è una stoffa a quadrettoni formati da diversi intrecci a orizzontali e verticali di numerosi colori con cui si producono mantelli, berretti, calze e il famoso kilt (il «gonnellino» scozzese) e che, a seconda appunto della sequenza dei colori e la larghezza delle linee e dei rispettivi quadrati, identificano i clan e le famiglie della Scozia. Nella sezione dedicata all'Ogham, l'antico sistema di scrittura, si parlerà della "lettura"  dei colori dei differenti tartan per «distinguere» il clan di appartenenza dell'individuo che lo indossava.